Scoppio al poligono: sotto esame l'impianto d'areazione
Pordenone
NOSTRA REDAZIONE
Si trovano ricoverate in gravi condizioni in quattro ospedali diversi, tutti fuori regione, le persone che si sono gravemente ustionate nell'incendio che si è verificato sabato sera al poligono del Tiro a Segno, a uso civile e sportivo, di Pordenone . Anche il quarto paziente che, nella serata di sabato, era rimasto nel reparto della terapia intensiva dell'ospedale di Pordenone è stato trasferito, nel pomeriggio di ieri, nel reparto Grandi ustionati di Padova. Ettore Mei, 60 anni, di Pordenone , è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. E anche per lui, come per gli altri tre appassionati di tiro rimasti coinvolti nell'esplosione, la prognosi dei medici resta riservata. Gli altri tre feriti erano stati trasferiti già nella serata e nella notte di sabato: Fernando Toffolo, 50 anni, imprenditore di Fontanafredda, aveva lasciato l'ospedale di Pordenone per Parma. L'odontotecnico 45enne Liano Grizzo si trova invece ricoverato nel reparto Grandi ustionati a Verona, mentre l'odontoiatra Daniele Moras, 39 anni, è ricoverato al Niguarda di Milano. «Le condizioni dei quattro pazienti - ha riferito Villy Mercante, primario della Terapia intensiva dell'ospedale pordenone se che ha preso in cura i pazienti prima dei trasferimenti - restano piuttosto gravi. Hanno riportato ustioni di secondo e terzo grado in oltre il sessanta per cento del corpo. Sono sottoposti a coma farmacologico e la prognosi per loro resterà riservata almeno per alcuni giorni».
Intanto, ieri mattina gli investigatori dei carabinieri e i tecnici dei vigili del fuoco hanno compiuto un sopralluogo, coordinato dal procuratore capo di Pordenone Luigi Delpino, per meglio chiarire la dinamica dei fatti che hanno portato alla deflagrazione e all'incendio. «Le indagini stanno valutando cosa possa avere causato lo scoppio e l'incendio. Al momento ogni ipotesi è prematura», si è limitato ad affermare il procuratore. I locali sotterranei della palazzina del Tiro al segno restano ovviamente sotto sequestro. Quello che sembra abbastanza certo è l'esclusione dell'ipotesi che a causare l'inferno che si è scatenato sabato sera possa essere stata una fuga di gas metano dall'impianto di riscaldamento dei locali. Almeno questo avrebbe accertato una prima verifica agli impianti dei locali. Più probabile - anche se non è ufficialmente confermata - l'ipotesi della concentrazione nella stanza piuttosto piccola di una certa quantità di polveri incombuste che si sprigionano dagli spari. Polveri che si sarebbero accumulate favorendo, attraverso una scintilla, la deflagrazione e il successivo rogo che avrebbe poi avvolto i quattro che si stavano esercitando. Accertamenti e verifiche, ordinati dall'indagine della Procura, dovranno ora cercare di capire il motivo per il quale si siano accumulate le polveri all'interno del luogo dove le quattro persone si stavano esercitando con le loro armi. Per questo sotto la lente degli inquirenti e degli esperti dei vigili del fuoco sarebbero finiti anche gli impianti di areazione e di sicurezza che sono previsti.
niente di nuovo
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Ricordo bene il presidente di questo TSN, fu quello che ci invito a
trattare per evitare problemi...Beh mi pare che i problemi li abbia lui ...
sequestro a...
9 anni fa
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