'Esclusa la fuga di gas, la deflagrazione e l’incendio sarebbero conseguenza della presenza di troppe polveri residuo degli spari'
Poligono, indagine sugli impianti
Dopo lo scoppio tecnici di vigili e Carabinieri verificano le strutture di aerazione
Resteranno sotto sequestro i locali della galleria di tiro sotterranea del poligono di via Tiro a Segno, dove sabato pomeriggio è scoppiato l'inferno nel quale si sono ustionati gravemente quattro tiratori che si stavano esercitando. Le cause dell'esplosione e dell'incendio non sono ancora completamente chiare. Anche se alcuni elementi ai fini dell'indagine - condotta dai Carabinieri e dagli esperti dei vigili del fuoco, coordinati dalla Procura della Repubblica - sarebbero emersi dal sopralluogo effettuato nella mattinata di ieri dai magistrati e dagli inquirenti. Al summit hanno partecipato, oltre al Procuratore capo Luigi Delpino che ha imposto il massimo riserbo ai suoi collaboratori e ha affermato che comunicherà eventuali sviluppi giudiziari solo al termine delle perizie -, al comandante provinciale dei vigili del fuoco Agatino Carrolo e al suo omologo della Compagnia Carabinieri di Pordenone , il capitano Nicola Di Ciano, anche i tecnici dei pompieri e della scientifica dell'Arma che, già nella serata di sabato, avevano raccolto tutti i possibili elementi per cercare di chiarire un episodio che presenta ancora più di qualche punto interrogativo. Appare chiaro, invece, che per poter proseguire nelle indagini sarà necessario procedere e forse i provvedimenti sono già stati emessi con gli avvisi di garanzia nei confronti dei responsabili della struttura e di quanti potrebbero aver avuto parte attiva nella gestione della galleria e dell'impianto di aerazione ed evacuazione dei fumi, al momento principale "indiziato" per la deflagrazione. Si tratta, in ogni caso, di atti dovuti, in quanto a garanzia delle tutele difensive, affinché le persone coinvolte nell'inchiesta possano a loro volta nominare dei periti che partecipino agli accertamenti, taluni difficilmente ripetibili. L'ipotesi di reato per cui si starebbe lavorando sarebbe quella di lesioni personali gravissime, oltre a una serie di violazioni minori. «Le indagini - si è limitato ad affermare il comandante dei vigili del fuoco, Agatino Carrolo - stanno prendendo in considerazione tutte le ipotesi. Perciò è ancora prematuro parlare di certezze o di orientamento definitivo. È prima necessario approfondire tutti gli accertamenti che stiamo facendo e che abbiamo disposto».
Quello che sembra piuttosto certo, al momento, è soltanto l'esclusione dell'ipotesi che a causare esplosione e incendio possa essere stata una fuga di gas-metano dall'impianto di riscaldamento dei locali. Dalle verifiche effettuate nella mattinata di ieri non sarebbero emerse né perdite, né disfunzioni. Assumerebbe, invece, maggiore credito l'ipotesi legata alla saturazione di polveri da sparo all'interno del "bunker" dove i quattro tiratori si stavano esercitando con le loro armi. Sarebbe poi bastata la scintilla di un colpo di pistola a innescare l'incendio. Resta, ovviamente, da chiarire come possa essersi concentrata una quantità di polvere tale da provocare l'inferno che si è scatenato sabato pomeriggio. «Ero al piano superiore - racconta Salvatore Ghiani, istruttore di tiro - quando ho visto il fumo levarsi dal sotterraneo. Ho visto anche una persona salire e chiedere un estintore, ma in precedenza non avevo udito nessun botto». Proprio la circostanza dell'estintore avvalora l'ipotesi secondo cui Moras, Grizzo e Mei abbiano cercato di portare soccorso a Toffolo, investito più pesantemente sia dalla deflagrazione che dal successivo incendio. Un gesto eroico, anche se dopo qualche attimo hanno dovuto desistere, raggiungendo l'uscita, in quanto sopraffatti dal fumo e dal dolore terribile, causato dall'esplosione che li aveva investiti in tutto il corpo.
niente di nuovo
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Ricordo bene il presidente di questo TSN, fu quello che ci invito a
trattare per evitare problemi...Beh mi pare che i problemi li abbia lui ...
sequestro a...
9 anni fa
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