Ciao a tutti!

Questo è il nuovo blog del Poliambulatorio Leonardo,
il vostro scrigno della salute.

E' uno strumento a disposizione di medici, collaboratori, pazienti e amici.
Qui potrete essere sempre in contatto con noi, avrete la possibilità di comunicare con i nostri specialisti e potrete sapere in anteprima le news, gli eventi che organizziamo sulla salute e i cambiamenti che stanno avvenendo all’interno del Poliambulatorio.

Abbiamo in serbo per voi infatti tante novità e vogliamo che tutti voi possiate scoprirle e conoscerle, in attesa di ospitarvi di persona.

In questi giorni vogliamo utilizzare il blog soprattutto per uno scopo ben preciso: prenderci tutti virtualmente per mano e stringerci in un enorme abbraccio attorno a Daniele.

Come già molti di voi sapranno, Daniele sabato 1 novembre è stato coinvolto nella terribile esplosione avvenuta all’interno del Poligono di Pordenone.

Abbiamo ricevuto moltissime dimostrazioni di affetto, amicizia e stima nei suoi confronti.
Vogliamo che non vadano perse, che rimangano impresse, vogliamo trasformare questo blog in un quaderno illimitato, in cui chiunque può scrivere un pensiero per Daniele.

Allora ogni singola frase arriverà virtualmente in quella stanza di ospedale e gli si poserà accanto,
per non farlo sentire solo,
per fargli sapere che ci siamo.

Inoltre vi promettiamo che raccoglieremo tutte le parole
che vorrete scrivergli e gliele faremo avere non appena si rimetterà.

Attraverso questo blog vi terremo costantemente aggiornati sulle condizioni di Daniele
e, non appena gli sarà possibile,
sarà lui stesso a comunicare con voi
e a tranquillizzarvi sulle sue condizioni di salute.

20 nov 2008

AGGIORNAMENTO

Daniele continua a mantenersi stabile. Sono passati ormai 20 giorni e questo ci dà sempre più speranza. Ci aggiorniamo a domani. Un saluto e un ringraziamento a tutti.

13 nov 2008

Dal Blog di Onemansion

Silvia Fioronisilvia@fioroni.net 85.18.22.99
Ciao Daniele! Coraggio….tieni duro….Fabio ed io aspettiamo a casa nostra te, Sabrina e Beatrice per festeggiare la tua guarigione…magari con una bella cenetta abruzzese….Un abbraccioSilvia
Da Amici di Daniele, 11/11/2008 at 11:11:21
11/11/2008


Claudio Padoveseclaudio.padovese@tiscali.it 91.80.176.141
Ciao Daniele, torna presto ad lasciare i tuoi pazienti a bocca aperta!! Buona guarigione da Claudio , Rosanna e Terenzio.Ciao!!
Da Amici di Daniele, 08/11/2008 at 20:17:40
08/11/2008


fabio fioroni - collega e sociokiaora@fioroni.net 87.24.58.44
ehi… guarda che devi tornare presto eh! perchè il ritmo che hai tu non so per quanto posso reggerlo… e poi sai che palle sorbirmi Ale tutto io tutto il giorno per (quasi) tutta la settimana?!?Ti sto vicino e ti penso sempre
Da Amici di Daniele, 07/11/2008 at 15:01:32
07/11/2008


Irene Bonanhttp://perDaniele michelebonan@libero.it 151.30.154.79
Ciao Daniele, mi raccomando fai il bravo con i dottori come io ho sempre fatto la brva con Te, guarisci presto e torna per curare i miei dentini e quelli della terribile Manu…
Da Amici di Daniele, 05/11/2008 at 18:39:21
05/11/2008


Monicamonicapitton@hotmail.com 88.37.115.157
Forza Daniele, tieni duro!Sabrina e Beatrice ti aspettano.Un abbraccio forteMonica e Massimo.
Da Amici.., 05/11/2008 at 15:28:59
05/11/2008


andrea santarossarambaldon2002@yahoo.it 79.17.233.11
Tieni duro Daniele. Sono sicuro che ce la farai. Sabrina e la tua piccola (che hai avuto sulla bocca e sul cuore anche in quei terribili momenti) ti aspettano.E poi ti aspetto pure io che mi devi curare i miei dentacci.A presto.Andrea

12 nov 2008

AGGIORNAMENTO 12/11/2008

Le condizioni di Daniele continuano ad essere stabili e nella speranza che continui così ringraziamo tutti di cuore. Vi terremo aggiornati nei prossimi giorni.

10 nov 2008

Come sta Daniele...

Ciao a tutti: ho appena avuto notizie riguardo Daniele.
Le condizioni non sono ancora cambiate.
Daniele è sempre stabile.

Grazie ancora a tutti
per il sostegno e l'affetto
che ci dimostrate.....

Alessandro

8 nov 2008

Cari amici,
le condizioni di Daniele sono stabili. Essendo passati gia' sei giorni credo sia un segno di speranza. Vi aggiorno a breve. Saluti .

Alessandro

6 nov 2008

Come sta Daniele...

Le condizioni di Daniele sono sempre stabili. E' passato un altro giorno e noi abiamo la speranza di potervi dare buone notizie CI AGGIORNIAMO DOMANI

4 nov 2008

Da Il Gazzettino On Line – 03/11/2008

'Esclusa la fuga di gas, la deflagrazione e l’incendio sarebbero conseguenza della presenza di troppe polveri residuo degli spari'

Poligono, indagine sugli impianti

Dopo lo scoppio tecnici di vigili e Carabinieri verificano le strutture di aerazione


Resteranno sotto sequestro i locali della galleria di tiro sotterranea del poligono di via Tiro a Segno, dove sabato pomeriggio è scoppiato l'inferno nel quale si sono ustionati gravemente quattro tiratori che si stavano esercitando. Le cause dell'esplosione e dell'incendio non sono ancora completamente chiare. Anche se alcuni elementi ai fini dell'indagine - condotta dai Carabinieri e dagli esperti dei vigili del fuoco, coordinati dalla Procura della Repubblica - sarebbero emersi dal sopralluogo effettuato nella mattinata di ieri dai magistrati e dagli inquirenti. Al summit hanno partecipato, oltre al Procuratore capo Luigi Delpino che ha imposto il massimo riserbo ai suoi collaboratori e ha affermato che comunicherà eventuali sviluppi giudiziari solo al termine delle perizie -, al comandante provinciale dei vigili del fuoco Agatino Carrolo e al suo omologo della Compagnia Carabinieri di Pordenone , il capitano Nicola Di Ciano, anche i tecnici dei pompieri e della scientifica dell'Arma che, già nella serata di sabato, avevano raccolto tutti i possibili elementi per cercare di chiarire un episodio che presenta ancora più di qualche punto interrogativo. Appare chiaro, invece, che per poter proseguire nelle indagini sarà necessario procedere e forse i provvedimenti sono già stati emessi con gli avvisi di garanzia nei confronti dei responsabili della struttura e di quanti potrebbero aver avuto parte attiva nella gestione della galleria e dell'impianto di aerazione ed evacuazione dei fumi, al momento principale "indiziato" per la deflagrazione. Si tratta, in ogni caso, di atti dovuti, in quanto a garanzia delle tutele difensive, affinché le persone coinvolte nell'inchiesta possano a loro volta nominare dei periti che partecipino agli accertamenti, taluni difficilmente ripetibili. L'ipotesi di reato per cui si starebbe lavorando sarebbe quella di lesioni personali gravissime, oltre a una serie di violazioni minori. «Le indagini - si è limitato ad affermare il comandante dei vigili del fuoco, Agatino Carrolo - stanno prendendo in considerazione tutte le ipotesi. Perciò è ancora prematuro parlare di certezze o di orientamento definitivo. È prima necessario approfondire tutti gli accertamenti che stiamo facendo e che abbiamo disposto».
Quello che sembra piuttosto certo, al momento, è soltanto l'esclusione dell'ipotesi che a causare esplosione e incendio possa essere stata una fuga di gas-metano dall'impianto di riscaldamento dei locali. Dalle verifiche effettuate nella mattinata di ieri non sarebbero emerse né perdite, né disfunzioni. Assumerebbe, invece, maggiore credito l'ipotesi legata alla saturazione di polveri da sparo all'interno del "bunker" dove i quattro tiratori si stavano esercitando con le loro armi. Sarebbe poi bastata la scintilla di un colpo di pistola a innescare l'incendio. Resta, ovviamente, da chiarire come possa essersi concentrata una quantità di polvere tale da provocare l'inferno che si è scatenato sabato pomeriggio. «Ero al piano superiore - racconta Salvatore Ghiani, istruttore di tiro - quando ho visto il fumo levarsi dal sotterraneo. Ho visto anche una persona salire e chiedere un estintore, ma in precedenza non avevo udito nessun botto». Proprio la circostanza dell'estintore avvalora l'ipotesi secondo cui Moras, Grizzo e Mei abbiano cercato di portare soccorso a Toffolo, investito più pesantemente sia dalla deflagrazione che dal successivo incendio. Un gesto eroico, anche se dopo qualche attimo hanno dovuto desistere, raggiungendo l'uscita, in quanto sopraffatti dal fumo e dal dolore terribile, causato dall'esplosione che li aveva investiti in tutto il corpo.

Dal GAZZETTINO del 3 NOVEMBRE 2008

Scoppio al poligono: sotto esame l'impianto d'areazione

Pordenone
NOSTRA REDAZIONE


Si trovano ricoverate in gravi condizioni in quattro ospedali diversi, tutti fuori regione, le persone che si sono gravemente ustionate nell'incendio che si è verificato sabato sera al poligono del Tiro a Segno, a uso civile e sportivo, di Pordenone . Anche il quarto paziente che, nella serata di sabato, era rimasto nel reparto della terapia intensiva dell'ospedale di Pordenone è stato trasferito, nel pomeriggio di ieri, nel reparto Grandi ustionati di Padova. Ettore Mei, 60 anni, di Pordenone , è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. E anche per lui, come per gli altri tre appassionati di tiro rimasti coinvolti nell'esplosione, la prognosi dei medici resta riservata. Gli altri tre feriti erano stati trasferiti già nella serata e nella notte di sabato: Fernando Toffolo, 50 anni, imprenditore di Fontanafredda, aveva lasciato l'ospedale di Pordenone per Parma. L'odontotecnico 45enne Liano Grizzo si trova invece ricoverato nel reparto Grandi ustionati a Verona, mentre l'odontoiatra Daniele Moras, 39 anni, è ricoverato al Niguarda di Milano. «Le condizioni dei quattro pazienti - ha riferito Villy Mercante, primario della Terapia intensiva dell'ospedale pordenone se che ha preso in cura i pazienti prima dei trasferimenti - restano piuttosto gravi. Hanno riportato ustioni di secondo e terzo grado in oltre il sessanta per cento del corpo. Sono sottoposti a coma farmacologico e la prognosi per loro resterà riservata almeno per alcuni giorni».
Intanto, ieri mattina gli investigatori dei carabinieri e i tecnici dei vigili del fuoco hanno compiuto un sopralluogo, coordinato dal procuratore capo di Pordenone Luigi Delpino, per meglio chiarire la dinamica dei fatti che hanno portato alla deflagrazione e all'incendio. «Le indagini stanno valutando cosa possa avere causato lo scoppio e l'incendio. Al momento ogni ipotesi è prematura», si è limitato ad affermare il procuratore. I locali sotterranei della palazzina del Tiro al segno restano ovviamente sotto sequestro. Quello che sembra abbastanza certo è l'esclusione dell'ipotesi che a causare l'inferno che si è scatenato sabato sera possa essere stata una fuga di gas metano dall'impianto di riscaldamento dei locali. Almeno questo avrebbe accertato una prima verifica agli impianti dei locali. Più probabile - anche se non è ufficialmente confermata - l'ipotesi della concentrazione nella stanza piuttosto piccola di una certa quantità di polveri incombuste che si sprigionano dagli spari. Polveri che si sarebbero accumulate favorendo, attraverso una scintilla, la deflagrazione e il successivo rogo che avrebbe poi avvolto i quattro che si stavano esercitando. Accertamenti e verifiche, ordinati dall'indagine della Procura, dovranno ora cercare di capire il motivo per il quale si siano accumulate le polveri all'interno del luogo dove le quattro persone si stavano esercitando con le loro armi. Per questo sotto la lente degli inquirenti e degli esperti dei vigili del fuoco sarebbero finiti anche gli impianti di areazione e di sicurezza che sono previsti.

Dal MESSAGGERO VENETO del 3 NOVEMBRE 2008

Scoppio al poligono, s’indaga sull’aerazione
di Manuela Boschian

Un improvviso guasto e i residui della polvere da sparo avrebbero determinato la detonazione
Sarebbe l’impianto di aerazione, il principale imputato dell’incidente che ha causato ustioni gravissime a quattro soci del Tiro a segno di Pordenone. Stando a quanto si è potuto sapere, al momento gli accertamenti stanno procedendo giocoforza per esclusione, tenuto anche conto che gli unici testimoni che potrebbero avvalorare o smentire le tesi degli inquirenti non sono in grado di riferire quanto accaduto. Trasferiti tra sabato e ieri dall’ospedale di Pordenone ai Centri specializzati in grandi ustioni di Parma, Milano, Verona e Padova, i quattro pordenonesi hanno riportato ustioni di secondo e terzo grado sul 60-70 per cento del corpo e sono in coma pilotato. Tornando alle cause, è stata, perciò, accantonata l’ipotesi del malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento. Questo, grazie alle verifiche effettuate nella mattinata di ieri dai tecnici dei vigili del fuoco, i quali, attraverso apposita strumentazione, hanno verificato l’assenza di perdite di gas o di altre sostanze infiammabili imputabili, appunto, all’impianto termico. Ieri, alla luce del giorno, sono stati perfezionati anche i rilievi da parte dei carabinieri della Sezione scientifica del Nucleo operativo provinciale, affiancati nelle indagini dai colleghi del Nucleo operativo e radiomobile e della stazione di Pordenone. In assenza di prove eclatanti, che da sole spieghino l’accaduto, ogni più piccola traccia può, infatti, fornire uno spiraglio sul drammatico episodio. Allo stato attuale delle cose, dunque, l’indagine non esclude di vagliare alcunché: dal munizionamento in uso all’osservanza delle norme comportamentali, al corretto funzionamento dei vari sistemi di sicurezza. E qui entra di prepotenza in scena il ruolo giocato dall’impianto di aerazione e dalla miscela infiammabile formata dai residui di polvere da sparo, gas e materiali incombusti che ogni esplosione di arma da fuoco produce. Senza voler propinare un “bignami” della balistica, c’è da dire che, se l’impianto di aerazione avesse fatto il proprio dovere, la miscela si sarebbe diluita e dispersa nell’aria senza conseguenza alcuna. Se, invece, consideriamo l’ipotesi che l’impianto o parte di esso non abbia espletato la propria funzione, ci si ritrova che, pian piano, i residui raggiungono una concentrazione elevata. In particolare, attorno a chi sta sparando, in quanto li produce. Non è detto che ci si possa accorgere della micidiale miscela: se i residui sono più pesanti dell’aria, si depositano a livello di pavimento, e olfatto e mucose non li colgono. Da dire, inoltre, che danni strutturali limitati come quelli rilevati nel poligono interrato, stanno a significare che l’ambiente non era affatto saturo (a quel punto sarebbe saltato in aria), bensì che si erano presumibilmente create zone a rischio. Logica suggerisce che queste fossero, appunto, proprio quelle in cui si trovavano i tiratori. Relativamente al fatto che la gravità delle ustioni sia inversamente proporzionale all’entità dei danni, è presumibilmente dovuto alle caratteristiche del poligono e alla dinamica dell’accaduto. Intanto, sembra assodato che l’innesco alla miscela infiammabile sia stato dato - per pura casualità - dal colpo esploso da Fernando Toffolo, il che spiegherebbe perché sia il più grave tra i quattro. In secondo luogo, la vampata di fuoco ha trovato terreno fertile non in pavimento, pareti o soffitto - tutti ignifughi - bensì negli abiti dei tiratori, anch’essi impregnati di residui e, dunque, doppiamente vulnerabili.

Da Il Gazzettino On Line – 02/11/2008

Pordenone
Una violenta esplosione ha squarciato ieri il ...


Pordenone
Una violenta esplosione ha squarciato ieri il pomeriggio di festa a Pordenone e quattro persone, che si stavano allenando al tiro con le armi nel poligono della Comina sono rimaste ferite. Nella struttura già dell'Esercito e ora è a gestione privata, sede dell'Associazione tiro a segno, c'era una sessione di sparo. Tre soci, affiancati da un direttore di tiro, stanno sparando. Ma i locali del poligono si sono saturati con le polveri incombuste delle cartucce che sono deflagrate. A subire le conseguenze più gravi è stato Fernando Toffolo, di 50 anni, di Fontanafredda. Per lui è stato disposto il ricovero nel reparto grandi ustionati dell'ospedale di Parma. Ci sono anche altri tre feriti: si tratta di Ettore Mei, di 60 anni, di Pordenone , direttore di tiro; Liano Grizzo, di 45 anni, di Montereale Valcellina e Daniele Moras, di 39 anni di Sacile. Anche gli ultimi due ieri sera sono stati trasferiti in reparti grandi ustionati degli ospedali di Verona e Milano (partento quest'ultimo con un'eliambulanza decollata dall'aeroporto di Casarsa). Ettore Mei, il meno grave, ieri ha trascorso la notte al Santa Maria degli Angeli in atesa di un posto negli ospedali di Padova o Verona.
Intanto i carabinieri hanno ieri sera interrogato il responsabile della struttura e presidente della sezione di Tiro a segno, Antonio Carrabba. Inquirenti e specialisti dell'emergenza prima di intervenire hanno dovuto attendere il via libera dei Vigili del fuoco per poter raggiungere lo scantinato dove ci sono le piazzole di tiro delle armi da fuoco. C'era il timore che il fumo avesse impedito di raggiungere tutti i feriti e che nei locali ci potessero essere altre persone. Alle 18.30 i pompieri hanno dato il via libera agli uomini della Scientifica dei Carabinieri che hanno prima posto sotto sequestro l'area, come chiesto dal pm Daniela Bartolucci, e successivamente hanno iniziato a esaminare lo scantinato dove si era verificato lo scoppio escluso da subito che l'incendio e lo scoppio fossero di natura dolosa. Gli investigatori hanno poi esaminato la piazzola di tiro, il sistema di aerazione e gli sfiati. Il direttore e i tre soci stavano esercitandosi, sparando serie di colpi di pistola. Ad ogni scoppio nell'area rimane non bruciata una miscela di polveri che, lentamente, va a saturare i locali. Polveri che vengono abitualmente risucchiate dai sistemi di aerazione. Alle 17.30 di ieri qualcosa non è andato nel verso giusto e la piazzola di tiro si è saturata di polveri. A quel punto l'ennesimo sparo. La scintilla ha incendiato le sostanze incombuste, trasformando la stanza in un vero e proprio inferno.

Dal GAZZETTINO del 2 NOVEMBRE 2008

'Violenta esplosione nel pomeriggio a Pordenone. Aperta un’indagine'

Fiamme al poligono quattro ustionati

I gas residui degli spari sarebbero la causa dell’incendio

Pordenone
NOSTRA REDAZIONE
Dapprima uno scoppio sordo, che in pochi hanno udito. Poi le fiamme, il fumo e le urla. Erano le 17.22, ieri, quando la piazzola di tiro per armi da fuoco, nel poligono militare di via Tiro a segno, si è trasformata in un inferno. La stanza dello scantinato, con pareti ignifughe, si era saturata di gas: l'ennesimo sparo ha innescato le fiamme e l'ha trasformata in un forno che ha procurato ustioni sul 70 per cento del corpo dei 4 tiratori che in quell'istante stavano sparando. In pochi secondi le fiamme e il fumo hanno creato il panico. Il direttore di tiro Ettore Mei, 40 anni, di Pordenone , ma originario della Sardegna, ha lanciato l'allarme, ordinando ai tre soci di scappare. In un lampo lo stesso Mei, Daniele Moras, 39 anni, di Sacile, e Liano Grizzo, 45, di Pordenone , hanno raggiunto l'aria aperta e la salvezza. Fernando Toffolo, 50 anni, di Fontanafredda, è riuscito a percorrere pochi metri e poi è crollato a terra. A trarlo in salvo sono stati i Vigili del fuoco e il personale del "118" di Pordenone , giunti tempestivamente sul luogo. Le condizioni dell'uomo sono molto gravi. Sicuramente più serie di quelle degli amici e del direttore del poligono , anche se per tutti i medici del Santa Maria degli Angeli si sono riservati la prognosi. Giunti all'esterno Mei, Moras e Grizzo si sono appoggiati alle scale della sede e sono stati subito raggiunti dai primi soccorritori, che li hanno aiutati a spogliarsi. Un primo tentativo di lenire il dolore lancinante causato dalle vaste ustioni. «Una scena agghiacciante», hanno spiegato i testimoni oculari. I medici del pronto soccorso, aiutati dai colleghi del "118", si sono prodigati in mille cure che - si è appreso dal primo bollettino medico - hanno avuto successo. Intorno alle 20.30 di ieri i medici pordenone si hanno fatto arrivare a Casarsa della Delizia un'eliambulanza dell'ospedale Niguarda di Milano, che ha caricato e trasportato nel centro grandi ustionati lombardo Fernando Toffolo. Negli stessi minuti sono stati trasferiti, ma in ambulanza, in centri grandi ustionati anche Ettore Mei e Liano Grizzo, rispettivamente a Parma e Verona. Daniele Moras, in attesa che si liberi un posto letto a Padova o a Trieste, ha passato la notte nell'ospedale civile. Intanto i pompieri avevano messo in sicurezza la piazzola delle armi da sparo. I carabinieri e la Scientifica, già alle 18.45, hanno così potuto effettuare il primo sopralluogo nello scantinato dell'orrore. Nel frattempo il pm Daniela Bartolucci aveva ordinato il sequestro del poligono e l'interrogatorio dei presenti al momento della lieve esplosione e del successivo incendio. Tra i primi a rispondere agli interrogativi, con l'obiettivo di ricostruire cause e dinamica dell'incendio, è stato il presidente del poligono , il generale Antonio Carabba. Da chiarire una serie di interrogativi legati al funzionamento dell'impianto di aerazione e alle misure di sicurezza.

Dal MESSAGGERO VENETO del 2 NOVEMBRE 2008

Pordenone, scoppio al poligono: 4 feriti gravi
di MANUELA BOSCHIAN - PORDENONE.

Quattro persone ustionate, delle quali una in maniera grave: è il bilancio dell’esplosione e del conseguente incendio verificatisi nel pomeriggio di ieri al Tiro a segno di Pordenone, posto in Comina alla fine dell’omonima strada chiusa. I feriti sono il direttore di tiro Ettore Mei, 60 anni, di Pordenone; Liano Grizzo, 45 anni, di Montereale Valcellina; Daniele Moras, 39 anni, di Sacile; Fernando Toffolo, 50 anni, di Fontanafredda. Il più grave è quest’ultimo, portato in prima battuta, così come gli altri, all’ospedale di Pordenone e successivamente trasferito all’ospedale Borgo Trento di Verona. Disposto in serata anche il trasferimento degli altri tre pazienti tra i nosocomi di Parma e Padova. Secondo i primi accertamenti dei vigili del fuoco, le cause dell’esplosione sono da considerarsi accidentali, ma come e perché sia potuto succedere, al momento non è affatto chiaro. Di certo si sa che tutto era filato liscio sino alle 17 di ieri. Da dire che il Tiro a segno - che da una parte chiude l’omonima via e dall’altra si affaccia su vial d’Aviano - è composto da due fabbricati in muratura paralleli tra loro. Il più vicino alla strada ospita gli uffici e l’alloggio della custode, mentre in quello più arretrato trovano spazio i poligoni e i servizi igienici. Al pianterreno si esercitano appassionati e atleti che utilizzano fucili e pistole ad aria compressa, mentre nell’interrato c’è l’area riservata alle armi da fuoco di grosso calibro. Ed è stato proprio in quel locale, ampio circa 150 metri quadrati, che si è verificato il gravissimo episodio. In pratica, per capirci, si tratta di uno stanzone suddiviso in sei corridoi lunghi 15 metri, all’inizio di ognuno dei quali si trovano le cabine per la linea di tiro. In quel momento, delle sei cabine - una viene solitamente lasciata libera per consentire di raggiungere i tabelloni - ne erano occupate quattro. Tutto è filato via tranquillo, sino a che al piano superiore, dove un’istruttrice stava allenando tre ragazzini, si è sentito un gran botto. Ma non è stato quello, a far schizzare fuori le persone, bensì le grida che ne sono immediatamente seguite e la nuvola di fumo nero che si è subito levata. Non ci sono stati né boati, nè vetri in frantumi, né fiamme visibili dall’esterno, ma il risultato è stato ugualmente devastante. Tre dei quattro tiratori sono riusciti a guadagnare l’uscita da soli, immediatamente aiutati da alcuni soci a liberarsi da cartuccere e abiti bruciati. Il quarto, ovvero Fernando Toffolo, è stato raggiunto e portato fuori dai vigili del fuoco, muniti di autoprotettori e attesi sullo spiazzo dai sanitari del 118. Dopo di che, nel buio cortile illuminato dalle fotoelettriche dei pompieri, si è radunata una folla. Cessato l’andirivieni delle ambulanze, sono cominciati gli accertamenti da parte di vigili del fuoco e carabinieri, impegnati, questi ultimi, anche a tenere a distanza soci del Tiro a segno e residenti chiamati fuori da fumo, sirene e lampeggianti. Sul momento, ignorando la causa dello scoppio e dell’incendio, si temeva, infatti, che potesse accadere qualcos’altro. Ma il peggio, purtroppo, era già successo: quattro persone le cui ustioni hanno indotto i sanitari pordenonesi, già nel tardo pomeriggio di ieri, a disporne il trasferimento nei Centri specializzati di Verona, Padova e Parma. Mentre Fernando Toffolo è stato portato al Centro ustioni di Parma, Liano Grizzo è stato trasferito in quello di Verona Borgo Trento, Daniele Moras al “Niguarda” di Milano ed Ettore Mei al Centro ustioni di Padova.

AGGIORNAMENTO

Le condizioni di Daniele sono sempre stabili. E' passato un altro giorno e noi abiamo la speranza di potervi dare buone notizie nei prossimi giorni.